CHE COSA
Sguardi condivisi: un’opera collettiva – stenopeica – per l’osservazione e il superamento di luoghi impossibili, un atelier urbano di fotografia, dedicato alle donne accolte dalla Maison Rose.
CHI
UNIES VERS’ELLE SENEGAL, associazione umanitarie di solidarietà internazionale, creata nel 2009 per accogliere e accompagnare bambini, adolescenti e donne – con o senza figli – in grande sofferenza, vittime di povertà, violenza, oggetto di tratta. Partner operativo.
www.unies-vers-elles.com
A-POIS, associazione culturale e di promozione sociale, creata per sviluppare e promuovere attività, linguaggi sociali e strumenti artistici innovatori, utili a favorire integrazione, incontri, consapevolezza sociale, cittadinanza attiva e conoscenza. Promotore del progetto.
www.a-pois.it
IMPOSSIBLE SITES dans la rue, collettivo d’arte pubblica, che indaga luoghi impossibili, per tentarne il loro superamento, attraverso pratiche d’interazione, partecipazione e azione. É attivo dal 2007 in Italia, Senegal e Marocco (presto all’opera anche a Cuba). Nella città di Dakar, in particolare, ha lavorato in ambito educativo (Collège d’Architecture – Maison de la Culture Douta SECK – École élémentaire J.L. DIENG – Case des Tout Petits – etc.), di assistenza ai bambini di strada (Empire des Enfants – Village S.O.S.) e in sostegno ai minori disabili (Centre E.S.T.E.L.); ha realizzato diversi laboratori urbani, alcune esposizione e conferenze, anche partecipando alla Biennale DAK’ART.
“Sguardi condivisi” verrà messo in opera da:
– Giuditta Nelli, ideatrice, social practice artist e urban lab trainer, docente
– Simona Olivieri, artista-terapeuta e architetto, co-docente
Realizzatore del progetto.
DOVE
A Medina Gounass, Guediawaye, presso la Maison Rose.
(Seguono alcuni estratti del “Rapporto di Attività 2013” dell’associazione UNIES VERS’ELLE SENEGAL)
La città di Guediawaye: creata nel 1967, con la vocazione di dare casa agli “sfollati” dai quartieri situati non lontano dal centro città di Dakar. Medina Gounass è il comune, nato in forma spontanea, che presenta i peggiori problemi ambientali, dovuti al suo essere stato costruito, dove prima esistevano solo campi, divisi in porzioni e venduti senza che venisse dato un effettivo permesso di occupazione e che fosse studiato un piano urbanistico. La sua superficie è di 80 ettari e la sua popolazione è stimata attorno ai 45.680 abitanti. UNIES VERS’ELLE SENEGAL stima che le famiglia mono-parentali, composte dalla mamma con 5-8 figli, siano il 45% del totale. Per la maggior parte poveri e vulnerabili, le famiglie sopravvivono grazie al sistema del “goorgoolou” (sbrigarsela, in volo). Il tasso di analfabetismo è molto elevato (c’è una sola scuola, per un totale di soli 685 studenti). La città soffre di un’esclusione geografica e di una mancanza importante d’infrastrutture e collegamenti.
Il Centro “Dar as Salam”: una Casa Rosa (Maison Rose) che accoglie in internato bambini piccoii (dispersi, in pericolo, vittime di violenze), ragazze, adolescenti, giovani madri celibi e donne in grande difficoltà, costrette a matrimoni forzati, in stato interessante non desiderato, con o senza figli, con grandi sofferenze fisiche e psicologiche. La Maison forma e accompagna le donne allo sviluppo e alla creazione di un percorso professionale e si apre a piccoli progetti economici, realizzabili in loco. L’architettura della casa è perfettamente adattata e costituisce parte fondamentale per la riuscita dei lavori in corso. L’ambiente è conviviale. Le donne apprendono ad osservare, ascoltare e fare, per acquisire dei valori che possano in seguito trasmettere ad altre donne e ai propri figli. La diversità di culture, etnie, problemi diventa una ricchezza per lo scambio e la riflessione. Protette dai muri della Maison Rose, queste donne ‘spezzate’ affrontano le proprie storie, sciolgono le proprie sofferenze. Hanno tanto vissuto nella paura e nell’incertezza che questa cassa diventa per loro un riparo sicuro.
QUANDO
Aprile – Maggio 2014
COME
Sguardi condivisi trasforma scatole vuote in macchine fotografiche e fornisce strumenti d’osservazione. Utilizza la fotografia, per l’investigazione degli spazi pubblici; scegli di donare, attraverso laboratori urbani, le conoscenze tecniche e pratiche per l’utilizzo dell’apparecchio analogico, per la costruzione e l’uso del foro stenopeico. Le donne della Maison Rose, con gli artisti di IMPOSSIBLE SITES dans la rue, disegnano mappe delle relazione e dei luoghi indagati; le realizzano grazie a tecniche sperimentale ed innovatrici. Il progetto agisce attraverso dinamiche di gruppo che portano alla creazione di un reale stato d’incontro e sviluppano una collaborazione tra tutti gli attori coinvolti. I partecipanti diventano fotografi e interpreti nell’esplorazione delle proprie realtà impossibili: per strada fissano, con scatti fotografici, i luoghi della loro città, indagano lo spazio alla ricerca di luoghi impossibili e non solo catturano l’istante col foro stenopeico, ma anche creano delle letture del territorio, documentando e suggerendo i proprio punti di vista che – una volta rientrati in camera oscura – concretizzano con stampe in bianco e nero.
PERCHÈ
Finalità
– Sperimentare delle attività, dei linguaggi e degli strumenti sociali innovatori che favoriscano l’integrazione e il coinvolgimenti tra cittadini e territorio urbano e sociale.
– Introdurre uno sguardo e una visione alternativi della città, osservati dal punto di vista delle protagoniste.
– Stimolare un partecipazione/interpretazione attiva delle dinamiche relazionali urbane e personali.
– Sollecitare una presa di coscienza del proprio potenziale sociale.
– Favorire lo scambio e il confronto.
Obiettivi generali
– Dare forma, attraverso un lavoro di gruppo, a uno spazio d’incontro, un territorio creativo.
– Riprendere la città, usando con uno sguardo inedito e personale.
– Aumentare la capacità delle donne d’interagire con gli spazi urbani.
– Rinforzare il senso d’identità.
– Coinvolgere gli abitanti.
Obiettivi specifici
– Sostenere l’incontro, la collaborazione e il confronto tra le protagoniste.
– Realizzare letture fotografiche relative ai luoghi impossibili identificati, con l’intento di superarli attraverso creatività e partecipazione attivi.
– Analizzare gli spai e i movimenti relazionali esplorati.
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Per saperne di più, non esitate a contattarci.
Mail giuditta@a-pois.it
Mobile +221 77 7494850
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Il progetto viene realizzato grazie al sostegno dell’associazione “Laboratorio del Sorriso“.
Scatto di Giuditta Nelli, Guediawaye 2014