impossible sites dans la rue


urban lab

IMPOSSIBLE SITES dans la rue realizza laboratori urbani dedicati al paesaggio urbano ed ai suoi abitanti[1].

Azioni urbane per l’individuazione ed il superamento di Luoghi Impossibili,
fisici ed emotivi

IMPOSSIBLE SITES dans la rue trasforma scatole in macchine fotografiche e fornisce strumenti di osservazione.

Dal 2009 utilizza, per l’indagine, la fotografia; sceglie di fornire, attraverso workshop ludico-fotografici, conoscenze tecniche e pratiche sull’uso della macchina analogica, la costruzione e l’utilizzo del foro stenopeico[2].

IMPOSSIBLE SITES dans la rue allestisce camere oscure temporanee.

Disegna mappe delle relazioni e dei luoghi osservati; le realizza con tecniche sperimentali ed innovative. Agisce attraverso dinamiche di gruppo che portano alla creazione di un effettivo stato d’incontro e allo sviluppo di una collaboratività attiva e consapevole da parte di tutti gli attori/autori coinvolti.

IMPOSSIBLE SITES dans la rue adopera il gioco con l’espressione artistica singola e collettiva – per giungere alla manifestazione concreta dello stato emotivo e relazionale vissuto. Interpretando l’arte come stato d’incontro[3] chiede, infine, di diventare complici della costruzione di un’opera collettiva, un’installazione che disveli la mappatura fotografica eseguita e giunga a rappresentare una planimetria personale, la carta dei territori emotivi attraversati.

IMPOSSIBLE SITES dans la rue fa sì che lo spazio pubblico diventi soggetto di un’osservazione creativa.

Porta ad una diversa osservazione degli spazi normalmente vissuti alla ricerca di luoghi di incontro/scontro, di inclusione/esclusione, interdetti o accessibili, tutelati o da tutelare; supera confini tra territori urbani ed emotivi. Mira a sollecitare una migliore presa di coscienza del proprio ruolo e del proprio potenziale sociale.


[1] «Esser uomo significa: essere sulla terra come mortale; e cioè: abitare» Martin Heidegger, Saggi e Discorsi, Mursia Editore, Milano 1976, p.97
[2] La stenoscopia è un procedimento fotografico che sfrutta il principio della camera oscura per la riproduzione di immagini. La fotocamera utilizza un foro stenopeico  posizionato al centro di un lato della fotocamera, come obiettivo. Si confronta in modo antitetico con la velocità della fotografia digitale [Wikipedia].
[3] Nicolas Bourriaud, Esthétique relationnel, Les presses du réel, Dijon-Quetigny 2001
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